Crioconservazione tutte le informazioni da sapere su come si effettua

Crioconservazione Liquido Seminale, come funziona e a chi è consigliata

Crioconservazione del liquido seminale, a cosa serve?

Crioconservazione Liquido Seminale

È possibile preservare, utilizzando linguaggio tecnico “crioconservare”, gli spermatozoi laddove ci siano tutte quelle condizioni cliniche che potenzialmente possono mettere a rischio la fertilità dell’uomo sia in modo transitorio sia permanente. La crioconservazione del liquido seminale, quindi, offre la possibilità alle coppie di poter avere accesso in un secondo momento alle Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita sfruttando il campione precedentemente crioconservato.

I principali candidati alla crioconservazione del liquido seminale sono uomini:

  • affetti da patologie oncologiche per le quali che devono necessariamente sottoporsi a terapie, chemioterapia e/o radioterapia, potenzialmente di alterazione della spermatogenesi;

  • che devono affrontare interventi chirurgici dell’apparato uro-genitale che possono ledere la funzione eiaculatoria;

  • esposti a sostanze potenzialmente tossiche per la funzionalità degli spermatozoi per motivi di lavoro;

  • con severa oligo-asteno-teratozoospermia (riduzione di concentrazione; motilità e morfologia degli spermatozoi) o criptozoospermia con tendenza alla compromissione della potenzialità riproduttiva;

  • che mostrano difficoltà nella raccolta di un campione di liquido seminale il giorno del prelievo degli ovociti o dell’inseminazione intrauterina.

Il campione di liquido seminale, raccolto mediante masturbazione o a seguito dell’esecuzione di tecniche microchirurgiche, viene crioconservato sfruttando le proprietà delle basse temperature: opportunamente trattato con sostanze in grado di proteggere gli spermatozoi (crioprotettori), viene stoccato a tempo indefinito (non è ad oggi stata dimostrata una data di scadenza) in contenitori pieni di azoto liquido a – 196 °C.

Per la crioconservazione del liquido seminale, è necessario:

  • osservare un periodo di astinenza sessuale di 1-7 giorni;

  • sottoporsi a esami sierologici, che non siano antecedenti 3 mesi la raccolta del campione, per VDRL/TPHA, anticorpi anti-HIV (HIV 1-2), markers dell’epatite B (HbcAb; HbsAg e HbsAb), anticorpi anti-epatite C (HCV) ed anticorpi anti-Citomegalovirus.